RISCHI FISCALI ALLA PROVA DELLA SOSTENIBILITÀ: GRI 207 IN ITALIA

È il 5 dicembre 2019 e, all’interno di un contesto in forte evoluzione che rivendica a gran voce la fondamentale rilevanza di tutti gli aspetti legati al mondo ESG (Environmental, Social and Corporate Governance) nasce il GRI 207, il primo e unico standard sulla trasparenza fiscale.

L’obiettivo dell'introduzione di questo nuovo e - per certi versi - rivoluzionario standard è chiaro fin da subito: definire logiche condivise di trasparenza su temi fiscali per un coerente e comparabile reporting a livello globale. Ciò ben si sposa con le rinnovate esigenze espresse dagli investitori, gli stakeholder e le istituzioni, per le quali le imposte assumono sempre più un “key role in funding national and global priorities, reducing inequality and financing the low-carbon transition”, come dichiara Dave Reubzaet, direttore dei mercati dei capitali della Global Reporting Initiative (GRI).

Oggi, a oltre 2 anni dall'introduzione del GRI 207 Tax Standard, è tempo di tirare le somme.

Tante sono le domande. Tra queste: Quanto vale il contributo delle imposte per le Società italiane? Qual è il grado di adozione del GRI 207 in Italia? Per quante Società l’aspetto fiscale rientra tra i temi “materiali”?

La fiscalità nel quadro più ampio della sostenibilità

Le imposte, così come la trasparenza fiscale, giocano indubbiamente un ruolo significativo nella dinamica della sostenibilità: le tasse hanno un ruolo chiave nel finanziamento delle priorità nazionali e globali, nella riduzione delle disuguaglianze e nel finanziamento del percorso di transizione verso una low carbon economy.

A livello di singola organizzazione, le tematiche tributarie - che siano ritenute materiali o meno dall’organizzazione - rappresentano un aspetto rilevante anche considerato il profilo di rischio / responsabilità connesso alla gestione della variabile fiscale in gruppi multinazionali / organizzazioni complesse.

Fare impresa in modo sostenibile e responsabile non può prescindere da un’equa contribuzione fiscale, come sostiene il gruppo internazionale B Team. La gestione responsabile della fiscalità rappresenta, quindi, un elemento importante: in primis ai fini della governance societaria, ma anche ai fini sociali, intesa come contributo alla collettività in cui effettivamente opera e, infine, ambientali, come strumenti per l'internalizzazione dei costi esterni nonché leva/incentivo per promuovere comportamenti sempre più responsabili da un punto di vista ambientale.

I livelli di adozione del GRI 207 in Italia: a voi qualche numero!

Nel nostro Paese, gran parte delle Società che redigono la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) [1] si attiene agli standard GRI e al sottostante principio della materialità ai fini dell'identificazione dei temi da rendicontare.

Si tratta dell'82% degli 883 bilanci di sostenibilità pubblicati tra il 2000 e il 2019 dalle Società italiane [2] . Per poter identificare i temi da rendicontare, le dimensioni da considerare sono due:

  • l'importanza degli impatti economici, sociali e ambientali;
  • la loro influenza concreta sulle valutazioni e sulle decisioni degli stakeholder.

Non stupisce, pertanto, che la materia fiscale sia dichiarata come "materiale" e, pertanto, oggetto di trattazione nelle DNF, secondo il GRI 207.

“Sometimes it seems like everyone – governments, investors, civil society – is talking about tax. And with good reason! Taxes have a key role to play in funding national and global priorities, reducing inequality and financing the low-carbon transition. Fundamentally, the world cannot address the collective sustainability challenges we face without tax. Investors, in particular, regard tax transparency as a highly relevant topic when it comes to their reporting expectations for companies. That is why consistent and comparable reporting – at the country-by-country level – is needed, as enabled by GRI 207. This is about ensuring that tax is an 'engine for good', positively contributing towards socio-economic cohesion, environmental value, and long-term prosperity.”

Fonte: GRI - How taxes demonstrate impact and accountability (globalreporting.org)

La ricerca Protiviti

Protiviti Italia ha analizzato le rendicontazioni rese nelle DNF 2021 (e relative 2020), appena pubblicate da un campione di più di 50 emittenti quotati, di dimensioni e Industry differenti, con l’obiettivo di indagare sulla crescente “materialità” delle imposte e sullo stato di applicazione dello Standard GRI 207 all’interno delle Dichiarazioni Non Finanziarie.

Quanto è “materiale” la fiscalità per le Società italiane? 

Quest'anno, il 63% mostra il Tax in Matrice di Materialità; il 75% fa disclosure del GRI 207.

Dunque, il numero di Società che nel 2021 hanno inserito il tema Tax all’interno della propria Matrice di Materialità ha visto un incremento rispetto all’anno precedente, così come quello delle Società che hanno applicato il GRI 207 nelle proprie Dichiarazioni Non Finanziarie.

È proprio questo il motivo dietro la nascita del nuovo Standard: offrire un principio di rendicontazione ad hoc per un aspetto, quello fiscale, sempre più centrale per le Società e per gli stakeholder.

La consapevolezza via via crescente della rilevanza delle tematiche fiscali sta facendo sì che, nelle DNF delle Società italiane, venga sempre più offerta la disclosure GRI 207, anche laddove tale tema non sia ritenuto un aspetto materiale.

Imprese Globali – Informative Globali

Al fine di misurare l’impatto generato dall’imposizione fiscale nei diversi Paesi del mondo in cui i Gruppi operano, lo Standard GRI 207 prevede (al GRI 207-4) che le aziende prestino un’informativa Country-by-Country, ovvero articolata per giurisdizione fiscale in cui la Società opera.

Tale disclosure è passata dal 43% nel 2020 al 61% nelle relazioni 2021, in aumento del 18% anno su anno.

Omissioni: quando la rendicontazione non è completa

Le Società che applicando gli Standard GRI possono, talvolta, riscontrare delle difficoltà o delle limitazioni che minano la corretta e integrale applicazione dello Standard. In tali casi, gli Standard GRI - nello specifico il GRI 101 - concedono la possibilità di avvalersi delle omissioni, purché motivate, previste per 4 ragioni:

1. Non applicabilità

2. Limiti di riservatezza

3. Divieti legali specifici

4. Informazioni non disponibili

Di tutto il campione analizzato, il 14% delle società si è avvalso della facoltà di omissione. Tutte con riguardo al Country-by-Country Reporting. Le ragioni addotte sono l’indisponibilità di informazioni (10%) e i limiti di riservatezza (4%).

Tax Control Framework: che cosa c’entra?

La comparsa sempre più insistente del tema Tax all’interno delle Matrici di Materialità delle DNF delle Società italiane, così come della relativa disclosure GRI 207, è ovvia dimostrazione del crescente interesse e della sensibilità da parte delle Società italiane rispetto alla gestione strutturata dei rischi fiscali.

Il naturale passo successivo è la definizione di un sistema di identificazione, valutazione e gestione dei rischi fiscali, il cosiddetto Tax Control Framework, che - oltre ad essere in primis un elemento di buona governance aziendale e a rafforzare i processi e la consapevolezza della cultura del rischio fiscale in azienda - è l’elemento necessario (seppur non sufficiente) per l’ammissione al Regime di Adempimento Collaborativo. [3]

L’istituto dell’adempimento collaborativo si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente che miri ad un aumento del livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti.

Tale obiettivo è perseguito tramite l’interlocuzione costante e preventiva con il contribuente, ivi inclusa l’anticipazione del controllo, finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

Fonte: sito web Agenzia delle Entrate

Tax Control Framework e non solo: cosa fa Protiviti nel concreto? 

Protiviti offre un supporto a 360° alle società che si approcciano al Tax Control Framework attraverso un approccio modulare e scalabile che consente alle Aziende Clienti di sviluppare progressivamente, e consolidare nel tempo, le differenti componenti del sistema di gestione del rischio fiscale, sia a beneficio gestionale interno, sia per l’ammissione al Regime di Adempimento, capitalizzando i modelli di controllo interno già presenti nel Gruppo.

A seconda delle esigenze e obiettivi specifici di ciascuna Organizzazione, Protiviti supporta i propri Clienti nella costruzione di un percorso a loro dedicato in termini di tempi, effort e ambiti di intervento.

Le nostre metodologie consolidate in numerose decine di progettualità svolte sul campo, la nostra naturale digitalizzazione dei processi di controllo interno e gestione del rischio oltre alla nostra ventennale esperienza nello sviluppo di modelli di governance, controllo interno e gestione dei rischi ci rende il partner perfetto per tutti coloro che intendono sviluppare il proprio Tax Control Framework, integrarlo con altri sistemi di controllo interno e gestione dei rischi (eg. AEO, 231, 262), digitalizzarlo ed automatizzarlo o estenderlo verso le altre società del Gruppo, anche estere.

Inoltre, grazie alle nostre competenze ed esperienze in materia di sostenibilità nonché al nostro osservatorio globale sulle evoluzioni dei temi Green ed ESG, che monitora i trend internazionali e le evoluzioni delle leading practice, Protiviti può supportare la transizione sostenibile in atto, aiutando le organizzazioni nel valutare la maturità dei loro programmi di sostenibilità e nel definirne uno stato futuro in linea con le loro priorità e i loro vincoli e infine nel realizzare gli interventi sostanziali - a livello strategico, di governance e di processo - necessari per la progressiva integrazione dei fattori socio-ambientali nell’ambito dei modelli di business.

Protiviti Tax Lounge

Da anni collaboriamo con i Fiscalisti d’Impresa per la costruzione e implementazione di sistemi di controllo interno e gestione dei rischi fiscali sempre più efficienti ed efficaci.

Dalla volontà di agevolare il dibattito e il confronto a tema Tax Control Framework tre anni, in collaborazione con AFI – Associazione dei Fiscalisti d’impresa, è nata la Protiviti Tax Lounge, costituita da una community stabile di Tax Director e/o Tax Risk Manager appartenenti società che hanno adottato / stanno adottando sistemi di gestione e controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework), anche già in Regime di Adempimento Collaborativo.

La presente ricerca a tema GRI 207 è parte di un più generale progetto di benchmarking: gli altri lavori svolti in Protiviti Tax Lounge nell’ultimo biennio sono disponibili nel nostro sito.

Le prossime iniziative? Tratteremo le attività di testing, le metodologie di valutazione dei rischi, la gestione dei rischi evento, l’integrazione con la gestione e i rischi doganali, la Plastic Tax.

Per suggerimenti e manifestazioni di interesse ai lavori della Lounge scrivete a [email protected].

[1] La Dichiarazione non Finanziaria - ai sensi del d.lgs. 254/2016 - è obbligatoria per le Società di interesse pubblico (i.e. Società quotate, Banche, Assicurazioni) che rispettino i seguenti parametri:

  • Un numero di dipendenti superiore a 500
  • Un totale dei ricavi di vendita pari a € 40 milioni o alternativamente un totale di bilancio pari a €20 milioni.

[2] Fonte: eticasgr.com
[3] Possono richiedere l’adesione al Regime di Adempimento Collaborativo:

  • i contribuenti residenti e non residenti (con stabile organizzazione in Italia) che realizzano un volume di affari o di ricavi non inferiore a 1 miliardo di euro (la soglia di accesso è passata da 10 a 5 miliardi di euro nel 2020 e dal 2022 è stata ridotta a 1 miliardo di euro)
  • i contribuenti residenti e non residenti che abbiano presentato istanza di adesione al progetto pilota che conseguono un volume di affari o di ricavi non inferiore a 1 miliardo di euro
  • i contribuenti che intendono dare esecuzione alla risposta all'interpello sui nuovi investimenti ex art. 2 D.lgs. 147/2015
  • ai soggetti che fanno parte del Gruppo IVA di imprese già ammesse al regime (D.L. n 119/2018), indipendentemente dal volume di affari o di ricavi.
Secondo un rapporto della Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato (CGIA) di Mestre risalente al 2018, le imprese italiane versano ogni anno al fisco circa 101 miliardi di euro, con l’Italia che si colloca tra i primi Paesi in Europa per carico fiscale delle imprese
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