L'opportunità della Next Generation dell'Internal Audit. Per non perdere l'appuntamento con l'innovazione.

Più veloci e più analitici

Basterebbero questi due obiettivi per indicare la direzione di marcia dell’Internal Audit nella rivoluzione digitale che sta modificando l’economia e le sue regole. L’innovazione non è mai stata così rapida, probabilmente moltiplicherà le sue potenzialità nei prossimi anni, ma contribuirà anche a rendere il sistema più fluido, incerto e complesso.

Questa crescente complessità e il cambiamento dei modelli di business guidato dai progressi tecnologici e dall’uso massiccio e intelligente dei dati sono senz’altro una ghiotta occasione per l’Internal Audit. Giocandosi bene la partita, infatti, le funzioni di controllo interno possono rafforzare il proprio ruolo di accompagnamento al Management e agli organi di Vertice nella presa di decisioni, organizzative e di business, che richiedono una sempre maggior consapevolezza dei rischi sottostanti, accrescendo così il valore aggiunto generato.

E allora, com’è utile muoversi? Di seguito alcuni suggerimenti

1. La nuova “parola d’ordine” è: non ritardare oltre il percorso di cambiamento, non aver timore di sperimentare nuovi approcci.

La straordinaria trasformazione in atto interessa tutte le business unit e le funzioni aziendali, Internal Audit incluso. La “non” azione da parte di quest’ultima comporta il rimanere indietro rispetto al ritmo del resto dell’azienda e del mercato, sminuendo così il ruolo dell’audit. È il momento di osare, di sperimentare nuovi modi di fare audit.

2. Fate leva sulle nuove tecnologie per gestire in modo più incisivo ed efficiente la crescente complessità

La disponibilità di dati più precisi e la possibilità di farne un utilizzo intelligente grazie a nuove tecnologie capaci di autoapprendimento sono senza dubbio le grandi protagoniste del cambiamento in atto. Riconoscere queste potenzialità, cavalcarle e farle proprie è l’unica via che l’Internal Audit ha per mantenere il focus sui temi di rischio critici e incrementare il livello di assurance a parità di risorse (così preziose in un momento di forte attenzione ai costi da parte delle aziende). Senza perdere il dettaglio e guadagnando in efficienza e flessibilità.

3. Cambiate modo di pensare, costruite una nuova generazione.

E si ritorna alla “parola d’ordine” di cui al primo punto. Il ricorso, anche ampio, a nuove tecnologie potrebbe non bastare all’Internal Audit se non sarà accompagnato dall’adozione di approcci più agili e metodologie più flessibili, in grado di adattarsi ai rapidi cambi di scenario. E lo stesso vale per il set di competenze e gli assetti organizzativi interni alla funzione, che dovranno anch’essi essere rivisti e innovati per realizzare il cambiamento. Insomma, una nuova generazione di Internal Audit, caratterizzata da una cultura e da attitudini differenti.

Quanto sopra può essere realizzato partendo da un coraggioso esame del proprio posizionamento rispetto ai temi dell’innovazione e del cambiamento e alle aspettative degli interlocutori interni ed esterni, e chiedendosi quanto resti ancora valido nelle modalità operative ad oggi seguite.

Un’autodiagnosi corretta, volta ad offrire un più puntuale ed efficace posizionamento, può trovare ispirazione nei tre macro-argomenti analizzati da Protiviti nella sua visione dell’Internal Audit di nuova generazione, tutti indispensabili e determinanti nella rivoluzione digitale in atto:

  • Governance, per una nuova generazione che consideri strategie prospettiche, nuove competenze tecnologiche, modalità più flessibili di organizzazione e gestione delle risorse, capacità di allineamento delle varie discipline di gestione e controllo del rischio.
  • Methodology, per l’adozione di approcci più incisivi e agili, di tipo real-time, che permettano all’Internal Audit di disporre sempre di una fotografia aggiornata dei processi e delle performance aziendali (al passo con i veloci cambi di scenario), di intervenire tempestivamente sui rischi critici per l’organizzazione, e di fornire un reporting di impatto con valutazioni più analitiche, basate su dati oggettivi, come tali a maggior valore informativo e di supporto decisionale per il Management.
  • Enabling Technology, per l’inevitabile spinta all’utilizzo di nuove tecnologie a supporto dell’audit: per far leva sull’enorme volume di dati disponibili e fornire nuove prospettive di valutazione al Management; ma anche per automatizzare le attività ad oggi svolte manualmente o con approcci tradizionali, recuperando così in efficienza, trasparenza, tracciabilità e permettendo alla funzione di rifocalizzare le energie sull’analisi critica anziché sulla ricostruzione manuale di processi e fatti aziendali.

I tre grandi temi sopra richiamati non sono fra loro separati, tutt’altro. Sono, innanzitutto, collegati da un filo conduttore culturale, che vive di capacità prospettica, cambiamento virtuoso, lettura intelligente dei dati, utilizzo flessibile delle risorse, risposte rapide e più analitiche. Sono, inoltre, interconnessi da un punto di vista operativo, e offrono molti spunti comuni di riflessione. E tanto altro.

Tre sguardi su un’evoluzione che è in corso e che richiede un approccio culturale, organizzativo e operativo differente, che la velocità del cambiamento rende indispensabile e per questo riconosciuta dalle imprese.

Entreremo con voi nel dettaglio nei prossimi appuntamenti di Insights.

Più veloci e più analitici, dunque, per portare un contributo alla gestione di nuovi e più complessi profili di rischio. Che non significa imporre freni, semmai aggiunge punti di osservazione a un nuovo percorso di cui si vede solo l’inizio

Leadership

Emma Marcandalli è Managing Director presso il nostro ufficio di Milano. Nel 1997 Emma ha iniziato la carriera in Andersen (dal 2002 confluita in Deloitte), dove si è occupata per i primi anni di revisione contabile di bilanci civilistici e consolidati. ...
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